Roma. Sessanta casi di Covid tra le detenute, didattica sospesa a Rebibbia Femminile

Il Tempo, 14 aprile 2021

Fa i conti anche con un’altra criticità non di poco conto l’Istituto Vespucci. Alla sezione carceraria femminile di Rebibbia, con una sessantina di casi Covid all’attivo, la didattica è stata momentaneamente sospesa. I docenti che prima svolgevano attività in carcere? “Vengono a scuola e sono impiegati per supplenze quando serve”, risponde la preside Maria Teresa Corea, che aggiunge: “Vorrei organizzare corsi di potenziamento per gli studenti e usare in qualche modo gli insegnanti che non hanno svolto regolare servizio a Rebibbia.

Per gli alunni del quinto anno che dovranno svolgere la Maturità, ad esempio, e per quelli che hanno necessità di rimanere a casa pure per timore del Coronavirus”. E se sul Piano di recupero degli apprendimenti pensato dal Ministero dell’Istruzione, in rampa di lancio, si sta già dissertando nel mondo scolastico sulle soluzioni da attuare, in questo istituto le idee sul da farsi per colmare le lacune e via discorrendo le hanno già chiare da un pezzo.

“Al Vespucci i corsi di recupero sono stati avviati dal secondo quadrimestre. L’ulteriore recupero lo vorrei pianificare nelle modalità di cui ho già parlato, anche e soprattutto per gli studenti di quinta”, chiarisce Corea. Facendo notare: “Il recupero noi l’abbiamo sempre fatto nel corso dell’anno scolastico, perché prima della pandemia, in estate i ragazzi erano impegnati a lavorare”. Non si sono dissolte nemmeno le criticità in tema connessioni: “Pur avendo speso 34mila euro, non sono riuscita a districare la matassa: la rete internet non si connette in tutti i punti, al mattino è parecchio difficile far fronte ai consueti imprevisti. Inoltre, continuano ad esserci problematicità nelle abitazioni degli allievi”.

“È un rompicapo per la maggior parte delle scuole della città quello della connettività: agire sulle infrastrutture per un ripristino di rete sul piano nazionale è la base da cui si dovrebbe partire per affrontare realmente il discorso”, conclude la ds. Sulla gestione dell’organizzazione didattica per l’incremento delle classi in quarantena, i problemi maggiori, comunque, c’è da dire che ricadono sugli istituti comprensivi, i quali possono optare per la Didattica a Distanza in via estrema e per chiamare, in caso, un supplente sono costretti ad attendere giorni.

Una complicazione oltremodo ampliata in relazione alle quarantene spesso allungate a 14 giorni imposte dalle Asl a motivo dei casi di sospette varianti Covid. Riduzione dell’orario e classi in presenza trasformate eccezionalmente in classi in DaD per un giorno o giù di lì, invece, risultano gli stratagemmi perlopiù utilizzati dalle scuole secondarie di secondo grado per ottemperare alla situazione di emergenza.

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