Oltre il 30 per cento dei detenuti in cella per spaccio di droga

di Damiano Aliprandi, Il Dubbio, 13 luglio 2021

La legge sulle droghe continua a essere il principale veicolo di ingresso nel sistema della giustizia italiana e nelle carceri. È la conclusione del recente 12esimo Libro Bianco sulle droghe. Un rapporto indipendente promosso da La Società della Ragione insieme a Forum Droghe, Antigone, Cgil, Cnca, Associazione Luca Coscioni, Arci, Lila e Legacoopsociali con l’adesione di A Buon Diritto, Comunità di San Benedetto al Porto, Funzione Pubblica Cgol, Gruppo Abele, Itardd e Itanpud.

Nella prima parte del Libro Bianco si ricostruiscono le motivazioni geopolitiche alla base delle convenzioni e la loro evoluzione, affrontando infine il difficile problema della loro riformabilità. Le ricadute di stigmatizzazione su milioni di giovani, l’ingolfamento del sistema giudiziario e le incarcerazioni di massa con l’esplosione delle prigioni finalmente hanno costretto a rettifiche di giudizio sulla war on drugs, con l’apertura di una interpretazione flessibile delle convenzioni.

I dati sono sconfortanti ed evidenziano, come indicato dalle simulazioni prodotte, che in assenza di detenuti per art. 73 o di quelli dichiarati tossicodipendenti, non vi sarebbe il problema del sovraffollamento carcerario. Il rapporto snocciola i dati e mette in evidenza che ben 10.852 dei 35.280 ingressi in carcere nel 2020 sono stati causati da imputazioni o condanne sulla base dell’art. 73 del Testo unico. Si tratta del 30,8% degli ingressi in carcere. Seppur diminuiti in numeri assoluti, effetto evidente del lockdown, sono oramai lontani gli effetti della sentenza Torreggiani della Cedu e dell’adozione di politiche deflattive della popolazione detenuta.

Sui 53.364 detenuti presenti in carcere al 31 dicembre 2020 ben 12.143 lo erano a causa del solo art. 73 del Testo unico (sostanzialmente per detenzione a fini di spaccio). Altri 5.616 in associazione con l’art. 74 (associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope), solo 938 esclusivamente per l’art. 74. Sempre secondo i dati del Libro Bianco, restano drammatici i dati sugli ingressi e le presenze di detenuti definiti “tossicodipendenti”: lo sono il 38,60% di coloro che entrano in carcere, mentre al 31/ 12/ 2020 erano presenti nelle carceri italiane 14.148 detenuti “certificati”, il 26,5% del totale. Questa presenza, che resta ai livelli della Fini- Giovanardi (27,57% nel 2007), è alimentata dal continuo ingresso in carcere di persone “tossicodipendenti”, in aumento costante da oltre 5 anni.

Ne conseguono anche effetti devastanti per il sistema giudiziario. Le persone coinvolte in procedimenti penali pendenti per violazione dell’articolo 73 e 74, secondo il rapporto, sono rispettivamente 189.707 e 45.467. Sono in totale 235.174, il dato più alto da 15 anni a questa parte. Da notare come secondo i dati assestati della relazione governativa 2020, 7 procedimenti su 10 per droghe termina con una condanna, confermando i dati presentati nelle precedenti edizioni di questo Libro Bianco. La repressione colpisce principalmente persone che usano cannabis (74,4%), seguono a distanza cocaina (19%) e eroina (5,01%) e, in maniera irrilevante, le altre sostanze. Il 97% dei minori è segnalato per possesso di cannabis. Dal 1990 1.312.180 persone sono state segnalate per possesso di sostanze stupefacenti ad uso personale; di queste quasi un milione (73,28%) per derivati della cannabis.

Nel Libro Bianco si trovano anche spunti e riflessioni rispetto alla riforma delle politiche sulle droghe in ambito nazionale ed internazionale, e approfondimenti specifici sul dibattito pubblico intorno alla docu-serie Sanpa, sull’uso medico delle sostanze psicoattive, sulla giurisprudenza e sul dibattito parlamentare sulla lieve entità dei reati sulle droghe sulla riforma dei servizi, in un’ottica di decriminalizzazione dell’uso delle sostanze e sulla convocazione della Conferenza Nazionale sulle dipendenze che manca da troppi anni. Resta il dato oggettivo che dopo 60 anni di “war on drugs” e 31 di applicazione del Testo Unico sulle droghe Jervolino- Vassalli, i devastanti effetti penali (dell’art. 73 in particolare) sono sotto gli occhi di tutti. La legge sulle droghe continua a essere il principale veicolo di ingresso nel sistema penale e giudiziario.

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