La sfida della Dad entra nelle carceri: erogato solo il 4% delle lezioni totali

di Cristina D’Armi, laquilablog.it, 24 marzo 2021

La sfida della Dad entra nelle carceri. La didattica a distanza ha stravolto la routine di moltissimi studenti, come già detto e ridetto. Ciò su cui invece si è posta poca attenzione, è l’istruzione dei 20mila e 263 studenti detenuti presso le case circondariali d’Italia. Il 33% del totale dei carcerati della nostra penisola, infatti, è rimasto escluso dal diritto all’istruzione.

Una delle principali attività all’interno delle carceri, quale la scuola, è stata interrotta rischiando l’oblio.

Con l’arrivo del Coronavirus tutte le scuole hanno cambiato il proprio modus operandi, cosa che è venuta meno all’interno degli istituti penitenziari dove le attività si sono semplicemente interrotte. Per monitorare l’andamento delle attività durante la prima ondata, il Centro Studi per la Scuola Pubblica (Cesp) ha svolto un’indagine secondo cui, durante il primo lockdown, sono state erogate 1.410 ore di lezione su 38.520 previste, solo il 4%. Di queste il 3,16% riguardava classi finali, e lo 0,76% le altre classi.

Antigone, l’associazione per i diritti e le garanzie nel sistema penale, insieme al Centro Studi per la Scuola Pubblica e alla Rete delle scuole ristrette, ha interpellato 82 insegnanti presenti in 61 istituti di pena. Dalle testimonianze dei professori è emerso che, mentre le scuole tornavano presenza, per il 45,1% degli istituti monitorati le lezioni non sono state riprese. Nel 27% degli istituti le lezioni si sono svolte regolarmente tramite le piattaforme Meet, Zoom ecc. La didattica sincrona era presente solo per l’8% delle classi. Nel restante 62% dei casi non c’era didattica sincrona.

La sfida della Dad entra nelle carceri – I docenti si sono mobilitati fornendo agli alunni materiale cartaceo quale dispense, compiti e fotocopie. Tale metodo ha riguardato l’84% degli istituti in cui non c’era didattica in presenza (in alcuni caso vi è stata sovrapposizione con la didattica a distanza sincrona). Molti detenuti sono rimasti esclusi anche negli istituti in cui si faceva didattica a distanza a causa della difficoltà a garantire il distanziamento sociale nelle classi. La situazione epidemiologica incide anche sul tasso di abbandono scolastico all’interno delle carceri che, in generale, è più alto rispetto all’esterno.

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