di Lorenzo Fanoli
Il rapporto illustra in sintesi e in dettaglio i risultati dell’analisi delle statistiche sulla popolazione detenuta realizzate dal Consiglio d’Europa.
I dati vengono raccolti attraverso l’invio di un questionario rivolto alle 52 Amministrazioni penitenziarie di 47 Paesi europei.
L’analisi è viene realizzata su indicatori relativamente ai seguenti principali aspetti:
- Detenuti presenti in rapporto alla popolazione residente
- Distribuzione die detenuti per genere, classi di età e nazionalità (stranieri e cittadini nazionali)
- Status legale dei detenuti
- Durata della pena inflitta
- Tipo di reato commesso
- Densità della popolazione e tassi di affollamento
- Numero di operatori penitenziari per detenuti presenti
- Dati di flusso relativi a nuovi ingressi e uscite dagli istituti di pena
- Indicatori di durata media della reclusione
- Costi del sistema penitenziario
I dati son presentati sia sincronicamente e relativamente alla situazione al 31. Gennaio 2020, sia diacronicamente rispetto al 2019 e al loro andamento decennale tra il 2010 e il 2019.
Di seguito vengono segnalati alcuni tra i principali indicatori rilevati rimandando all’intero testo del rapporto per gli approfondimenti.
Popolazione carceraria
Il 31 gennaio 2020, c’erano 1.528.343 detenuti nelle istituzioni penali degli Stati membri del Consiglio d’Europa per i quali sono disponibili dati.
Ciò corrisponde a un tasso di popolazione carceraria europea di 103,2 detenuti ogni 100.000 abitanti.
In Italia il valore registrato è stato di 101,2 e quindi praticamente in linea con il dato complessivo.
Se invece si considera il tasso medio per singolo paese il valore sale a 124,0 per i 48 paesi considerati e i primi tre paesi col più alto tasso sono nell’ordine la Turchia (357,2 detenuti ogni 100mila residenti) la Federazione Russa (356,1) la Georgia (263,8).


L’età media dei detenuti negli istituti penali europei è di 36 anni. In paesi con almeno un milione di abitanti, il valore medio varia tra 33 a 44 anni. Il 15% dei detenuti ha un’età pari o superiore a 50 anni e il 2,5% ha un’età pari o superiore a 65 anni. L’Italia è il Paese che presenta la più alta percentuale (il 26%) di detenuti con oltre 55 anni.

Il 95% dei detenuti nei Paesi europei è di sesso maschile, in Italia è del 96%. Nei paesi con più di un milione di abitanti la percentuale più bassa è in Lituania con il 91,4% mentre la più alta è in Albania con il 98,2%.
Il quindici percento (15%) dei detenuti in Europa è composto da cittadini stranieri, ma questa percentuale è sostanzialmente diversa tra le nazioni. Nei paesi dell’Europa orientale, di solito, è inferiore al 5%, mentre nell’Europa centrale e occidentale varia dal 2% al 70% nei paesi con almeno un milione di abitanti. La percentuale di detenuti stranieri in Italia a inizio 2020 era piuttosto elevata: del 32,5%.

Densità e tassi di affollamento della popolazione detenuta
Secondo le informazioni fornite dalle amministrazioni penitenziarie, 14 di loro avevano una densità carceraria di più di 100 detenuti per 100 posti disponibili. Tra queste 14 amministrazioni carcerarie, quattro avevano una densità che era superiore a 100 ma inferiore a 105; mentre gli altri dieci stavano vivendo un grave sovraffollamento, con tassi di oltre 105 reclusi per 100 posti. L’Italia è purtroppo al secondo posto di questa classifica con un tasso di sovraffollamento, al 31 gennaio 2020 del 120%.
Va anche detto che il livello stimato di occupazione delle celle differisce notevolmente tra i paesi che hanno fornito i dati che variano all’incirca da 1 a 10 detenuti per cella. A livello europeo, la capienza media dichiarata è di circa 1,6 detenuti per cella.
Bisogna anche considerare che i dati sulla capienza degli istituti che sono forniti dai diversi Paesi corrispondono ai loro criteri nazionali. Per definizione, c’è sovraffollamento quando ci sono più detenuti rispetto al numero di posti disponibili negli istituti penali. Al fine di definire il numero di posti disponibili (ovvero la capienza degli istituti penali) e ai Paesi viene chiesto di utilizzare il criterio di capacità progettuale, che si riferisce al numero di detenuti che un istituto penale doveva ospitare quando è stato costruito o rinnovato. Tuttavia, molti paesi utilizzano il concetto di capacità operativa, che si riferisce al numero di detenuti che un istituto penale può effettivamente ospitare pur rimanendo funzionale. Di conseguenza, i tassi relativi alla capacità detentiva e il sovraffollamento non consentono confronti transnazionali affidabili puntualmente.

Posizione giuridica durata della pena inflitta, tipologia di reato commesso
Il 22% dei detenuti negli istituti penali europei non stava scontando una pena definitiva.
Secondo la terminologia del Consiglio d’Europa, ciò significa che il 22% dei detenuti è da considerare in custodia cautelare. Tuttavia, diversi paesi nel comunicare i dati segnalano solo coloro che si trovano in attesa di prima sentenza e considerano come se fossero detenuti “definitivi” anche coloro che hanno ricevuto una sentenza di condanna al primo grado di giudizio.
La percentuale di detenuti che non scontano la pena definitiva varia ampiamente tra i paesi, dall’8,5% a circa il 45% nei paesi con almeno un milione di abitanti e raggiungendo il 79% nei paesi più piccoli. In Italia la percentuale di detenuti in attesa di sentenza definitiva, il 31 gennaio 2020 era del 31%.

Per i detenuti che sono stati condannati, il 22% stava scontando pene inflitte da 1 a meno di 3 anni, il 19% da 3 a meno di 5 , il 20% da 5 a meno di 10 anni, l’117% da 10 a 20 anni. Solo l’1,3% sta scontando pene superiori ai 20 anni ai quali si deve sommare anche l’1,8% di ergastolani.

Per quanto riguarda la distribuzione dei detenuti “definitivi” in base al reato per il quale sono stati condannati il 18% stava scontando una pena per reati connessi alla normativa sugli stupefacenti, i condannati per furto (13%) rappresentano la seconda categoria per ordine di incidenza percentuale, seguita dai condannati per omicidio (12%).
Se si combinano tutti i detenuti che stanno scontando condanne per reati che comportano violenza (omicidio, aggressione e percosse, stupro, altri reati sessuali e rapina) in un’unica categoria, rappresentano il 39% della popolazione carceraria.
Anche queste percentuali devono essere interpretate con cautela perché alcuni paesi applicano la regola del reato principale prendendo quindi in considerazione solo il reato più grave indicato nella sentenza mentre altri, invece; considerano tutti reati per cui il singolo individuo è stato condannato.
Ingressi e uscite dal carcere, numero di operatori penitenziari presenti e costo di reclusione durante l’anno 2019
Durante l’anno 2019, sono stati 1.010.556 i nuovi ingressi negli istituti penali delle 44 amministrazioni penitenziarie che ha fornito i dati per questo indicatore; conseguentemente il tasso medio europeo è stato di 150 nuovi ingressi su 100.000 abitanti. (nel grafico sottostante Svizzera, Svezia a Paesi Bassi sono rappresentati con un formato diverso dagli altri paesi perché i criteri con cui misurano i nuovi ingressi sono diversi da quelli utilizzati generalmente. Il tasso italiano di nuovi ingressi nell’anno, nel 2019 è stato di 76,7, quindi significativamente inferiore alla media europea.

Durante il 2019, 1.196.530 persone sono uscite dagli istituti penali delle 45 amministrazioni penitenziarie che hanno fornito dati, il tasso mediano europeo è stato di 120 uscite per 100.000 abitanti (La stragrande maggioranza (oltre il 99%) delle uscite nel 2019 era dovuta a liberazioni. Le fughe rappresentavano solo lo 0,1% mentre i decessi negli istituti di pena ne hanno rappresentato lo 0,3%)
Liberazioni: Il tasso medio europeo è stato di 112 rilasci ogni 100.000 abitanti.
Morti in carcere: Il tasso di mortalità nelle carceri europee nel 2019 era di 27 detenuti ogni 10.000.
Il tasso di suicidi nelle carceri europee nel 2019 è stato di 5,2 detenuti ogni 10.000 detenuti.
Fughe: il tasso medio europeo è stato di 8,2 fughe per 10.000 detenuti.
A livello europeo, al 31.01.2020 si contava un operatore penitenziario ogni 1,6 detenuti Questo rapporto varia notevolmente da paese a paese (da un massimo di 4,8 a un minimo di 0,8 nei paesi con almeno un milione abitanti. In Italia il valore di questo indicatore risulta leggermente inferiore alla media europea

Costi della reclusione
A livello europeo, la reclusione è costata nel 2019 più di 27 miliardi di euro. Più precisamente, le 46 amministrazioni penitenziarie che hanno fornito i dati hanno indicato che il budget speso nel 2019 è stato di 27.648.474.894 Euro.
Quarantaquattro amministrazioni hanno fornito anche l’importo medio al giorno speso per la detenzione di ogni persona trattenuta. A livello europeo la media è stata di 64 euro al giorno
Andamento dei dati tra il 2010 al 2020
La figura 15 mostra le tendenze osservate nei tassi di popolazione carceraria mediana e media europea dal 2010 al 2020 sulla base delle informazioni fornite da 49 amministrazioni penitenziarie
Il tasso medio di popolazione carceraria europea è aumentato dal 2010 al 2013 e successivamente è diminuito, in modo tale che il tasso del 2020 è quasi il 16% inferiore a quello del 2010.

Per ulteriori approfondimenti si rimanda all’intero rapporto https://wp.unil.ch/space/files/2021/04/210329_Key_Findings_SPACE_I_2020.pdf
In particolare si consiglia di prestare particolare attenzione alle tavole di sintesi alle pagine 17-19 dell’Executive Summary.
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