La metà dei detenuti ha pene fino a 3 anni: inutile accanimento su reati di droga

di Angela Stella, Il Riformista, 23 giugno 2021

Ieri il Collegio del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale ha presentato alla Camera dei Deputati la Relazione al Parlamento 2021. Ecco alcuni dei principali dati del documento. “Per quanto riguarda i migranti: i rimpatri nel 2020 sono stati 3.351. Si deve tenere conto del periodo di lockdown e quindi di chiusura delle frontiere.

Tuttavia, si conferma la scarsa efficacia dei Centri di permanenza per i rimpatri, con solo il 50,88% delle persone in essi trattenute effettivamente rimpatriati. Un dato questo che pone seri interrogativi circa la legittimità di un trattenimento finalizzato a un obiettivo che si sa in circa nella metà dei casi non raggiungibile. La percentuale di rimpatri negli anni è stata la seguente: 50% nel 2011, 2012 e 2013; 55% per nel 2014; 52% nel 2015; 44% nel 2016; 59% nel 2017; 43% nel 2018; 49% nel 2019; 50% nel 2020.

Per quanto concerne l’area penale: se il 2020 era iniziato con 60.971 presenze negli Istituti penitenziari, il 2021 è iniziato con 53.329. La popolazione detenuta, quindi, ha avuto una flessione. La decrescita ovviamente è dipesa dai minori ingressi dalla libertà e dal maggiore ricorso alla detenzione domiciliare (principalmente dovuta a maggiore attività della magistratura di sorveglianza, piuttosto che all’efficacia dei provvedimenti governativi adottati).

Colpisce la pur limitata ripresa della crescita dei numeri che determina l’attuale registrazione di 53.661 (al 7 giugno 2021) persone. La capienza è di 50.781 posti, di cui effettivamente disponibili 47.445. Due cenni sulla durata delle pene che possono essere utili al dibattito attuale: 26.385 devono rimanere in carcere per meno di tre anni (di questi, 7.123 hanno avuto una pena inflitta inferiore ai tre anni).

Gli ergastolani sono 1.779 di cui ostativi 1.259; la liberazione condizionale di cui molto si dibatte è stata data a un ergastolano (ovviamente non ostativo) nel 2019, a quattro nel 2020, a nessuno nel 2021. Vi sono complessivamente 34 sezioni per la tutela della salute mentale, numero ben insufficiente, mentre le Rems ospitavano al 15 aprile 577 persone di cui 325 in misura di sicurezza definitiva. Il disagio può essere letto con il tasso dei suicidi che nel 2020 ha toccato l’1,11 per mille (62 in totale) mentre nel 2019 era stato lo 0,91 (55 in totale). Complessivamente il sistema penitenziario ha retto all’impatto del contagio, rispetto al rischio potenziale di un ambiente chiuso”.

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