“I reati commessi dai minori preoccupano, ma il carcere non è la soluzione”

redattoresociale.it, 11 giugno 2021

Il 90% degli italiani sovrastima il fenomeno della delinquenza minorile. Ma non pensa che vada affrontato mettendo tutti in carcere: meglio le comunità. E chiede anche che si trovino nuovi strumenti per aiutare questi adolescenti. I risultati dell’indagine della cooperativa Arimo.

Gli italiani sono preoccupati per la delinquenza minorile e stimano che sia più diffusa di quanto lo sia in realtà. Ma sono anche convinti che non sia il carcere la soluzione. È quanto emerge da una ricerca condotta dall’agenzia Kantar, per conto della cooperativa sociale Arimo, su un campione rappresentativo della popolazione italiana di mille intervistati. Nel 2020 sono circa 30 mila i minori che hanno commesso reati, ma per il 90% degli intervistati sono molti di più, intorno ai 750 mila. Non solo. Mentre i dati dei tribunali dei minori registrano un calo dei reati, secondo gli italiani sono in aumento. Ed è quindi per questo che il 71% degli intervistati si dice preoccupato o molto preoccupato per il fenomeno dei reati commessi dai minori.

I dati della ricerca sono stati presentati oggi durante il convegno, “Impossibili o invisibili” organizzato da Arimo “per rendere più visibile il fenomeno degli adolescenti in difficoltà e a rischio di devianza e fare un punto sulle possibili soluzioni per affrontarlo”. E a proposito di soluzioni, dalla ricerca emerge (a sorpresa) che gli italiani, nonostante la maggioranza abbia una percezione esagerata del fenomeno, ritengono che il carcere non sia una soluzione: “Lo strumento maggiormente suggerito è la comunità educativa -sottolinea Federico Capeci, ceo di Kantar- e il 17% chiede nuovi strumenti non ancora conosciuti”.

“Uno dei principi fondamentali del nostro sistema penale minorile -aggiunge Lamberto Bertolé, presidente della Cooperativa Arimo- è che il reato commesso da un adolescente viene interpretato come una richiesta di aiuto. Questo non vuol dire che non ci debba essere una sanzione e che l’adolescente non debba assumersi la responsabilità dei propri atti. Ma è anche assodato che il minore che commette reati sta chiedendo una risposta ai suoi problemi e lo Stato e tutti noi abbiamo il compito di dargliela”. Dall’indagine emerge anche che il 60% è disponibile dedicare tempo o la propria professionali o a donare soldi per aiutare questi adolescenti.

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