I detenuti dimenticati: si torni alla normalità

di Fulvio Fulvi, Avvenire, 27 maggio 2021

I nodi da sciogliere riguardano sempre le visite di parenti e volontari, oltre al tema del reinserimento attraverso il lavoro. Persone “spezzate”, come la loro vita dietro le sbarre. La pandemia ha acuito le condizioni di sofferenza e disagio da sempre presenti nelle carceri italiane: le limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria, insieme al sovraffollamento, hanno reso più vulnerabili – e più isolati ai contatti con l’esterno – i reclusi nei 190 istituti penitenziari del nostro Paese. Ed è da Napoli e dalla Campania che arriva il grido d’allarme.

“Ci sono carceri poco aperte alla città. Pensiamo che a Poggioreale su 2.101 detenuti uno solo usciva per lavorare all’esterno. A Secondigliano solo due” ha detto il Garante dei detenuti della regione, Samuele Ciambriello, durante il convegno per la presentazione del rapporto annuale delle attività svolte dall’ufficio del garante delle persone detenute del Comune di Napoli.

“La pandemia- ha aggiunto Ciambriello – ha triplicato i problemi che già c’erano. Da un anno e mezzo i familiari non hanno potuto riprendere le relazioni umane, sono stati interrotti i rapporti, i corsi di formazione, la scuola, tutto. Il detenuto, così, resta in cella per 20 ore e poi le 4 ore d’aria. Gradualmente si torna alla normalità, ma abbiamo bisogno di incrementare le possibilità per i detenuti, altrimenti le carceri restano luoghi chiusi come ancora oggi sono Poggioreale e Secondigliano”. Incontri con i familiari, lavoro e formazione sono le esigenze più impellenti da risolvere. “Invitiamo il ministro della Giustizia, Marta Cartabia, a visitare Poggioreale – ha detto il Garante dei detenuti del Comune di Napoli, Pietro Ioia – e auspichiamo che con il nuovo ministro cambino molte cose soprattutto per le carceri”.

E, sempre ieri, il presidente dell’Authority per la protezione dei dati personali, Pasquale Stanzione, e il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, Mauro Palma hanno sottoscritto a Roma un protocollo d’intesa sulla tutela di soggetti privati della libertà personale. Le due Autorità coopereranno per proteggere la dignità e i diritti dei detenuti e di altre persone sottoposte a forme di limitazione della libertà, come i migranti trattenuti nei Cpr (Centri per i rimpatri) e gli ospiti delle Rems (Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza).

Potranno attivare ispezioni e istruttorie congiunte su casi di reciproco interesse, avviare indagini conoscitive, scambiare informazioni su possibili violazioni di pertinenza dell’altra Autorità. I due Garanti supponemmo anche progetti formativi comuni per condividere esperienze e migliorare specifiche competenze nel settore.

Ma come è oggi la situazione dei contagi da Covid-19 nelle carceri italiane? Sono 185 i detenuti attualmente positivi, su un totale di 52.485. Un dato ancora in calo, secondo il monitoraggio settimanale del ministero della Giustizia (nel precedente report risultavano 232). In diminuzione anche i casi di positività tra i 36.939 agenti penitenziari in servizio: ora sono 210.

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