Ergastolo ostativo: Consulta, collaborazione non sia unica via per la liberazione condizionale dei mafiosi

Ansa, 11 maggio 2021

La collaborazione per i mafiosi condannati all’Ergastolo ostativo non puo’ essere l’unica via per accedere alla liberazione condizionale. Ma spetta al parlamento individuare le alternative. Lo sottolinea la Corte costituzionale nelle motivazioni dell’ordinanza con cui il 15 aprile scorso ha affermato l’incompatibilita’ dell’Ergastolo ostativo con la Costituzione, dando un anno di tempo al Parlamento per legiferare.

La collaborazione con la giustizia, siega la Corte “certamente mantiene il proprio positivo valore, riconosciuto dalla legislazione premiale vigente” e non e’ irragionevole presumere che l’ergastolano non collaborante mantenga vivi i legami con l’organizzazione criminale di appartenenza. Tuttavia, l’incompatibilita’ con la Costituzione si manifesta nel carattere assoluto di questa presunzione poiche’, allo stato, la collaborazione con la giustizia e’ l’unica strada a disposizione dell’ergastolano ostativo per accedere al procedimento che potrebbe portarlo alla liberazione condizionale. “La collaborazione con la giustizia non necessariamente e’ sintomo di credibile ravvedimento, cosi’ come il suo contrario non puo’ assurgere a insuperabile indice legale di mancato ravvedimento: la condotta di collaborazione ben puo’ essere frutto di mere valutazioni utilitaristiche in vista dei vantaggi che la legge vi connette, e non anche segno di effettiva risocializzazione, cosi’ come, di converso, la scelta di non collaborare puo’ esser determinata da ragioni che nulla hanno a che vedere con il mantenimento di legami con associazioni criminali”. Secondo la Consulta spetta, pero’, al Parlamento, in prima battuta, modificare questo aspetto della disciplina relativa al cd. “Ergastolo ostativo”. Un intervento meramente “demolitorio” della Corte, infatti, potrebbe produrre effetti disarmonici sul complessivo equilibrio di tale disciplina, compromettendo le esigenze di prevenzione generale e di sicurezza collettiva che essa persegue per contrastare il fenomeno della criminalita’ mafiosa. Appartiene invece alla discrezionalita’ legislativa decidere quali ulteriori scelte possono accompagnare l’eliminazione della collaborazione quale unico strumento per accedere alla liberazione condizionale. Fra queste scelte “potrebbe, ad esempio, annoverarsi la emersione delle specifiche ragioni della mancata collaborazione, ovvero l’introduzione di prescrizioni peculiari che governino il periodo di liberta’ vigilata del soggetto in questione>. Percio’ la Corte ha ritenuto necessario rinviare il giudizio e fissare una nuova discussione alla data del 10 maggio 2022, cosi’ da garantire al legislatore il tempo necessario per affrontare la materia.

I commenti sono chiusi, ma trackbacks e pingbacks sono aperti.