“Draghi è d’accordo, quel pestaggio in carcere rovina l’immagine dell’Italia”

di Liana Milella, La Repubblica, 4 luglio 2021

Parla il Garante nazionale dei detenuti, Mauro Palma: “L’ex ministro Bonafede non era a conoscenza dei gravi fatti che erano accaduti nella prigione di Santa Maria Capua Vetere. Dopo i pestaggi ho raccomandato io di sequestrare le immagini delle telecamere interne per trasferirle in procura”.

Professor Mauro Palma, partiamo dal suo incontro con Draghi nella sua veste di Garante nazionale dei detenuti. Che vi siete detti?

“Gli ho portato la mia relazione al Parlamento del 21 giugno perché non aveva potuto esserci. Gli ho espresso la mia preoccupazione per la cultura che emerge dalle immagini del carcere di Santa Maria Capua Vetere che richiede interventi radicali di cambiamento”.

E lui che ha detto?

“In verità il mio allarme era anche il suo per un’immagine che l’Italia non merita”.

Draghi era preoccupato per le ripercussioni internazionali?

“Il premier mi ha soprattutto ascoltato. E io certo non ho nascosto quanto tutto questo può produrre riflessi in Europa anche perché mi risulta che due parlamentari, Bartolo e Smeriglio, abbiano già presentata un’interrogazione urgente alla Commissione europea”.

E che conseguenze potrebbe avere?

“Di certo ne può risultare fortemente danneggiata l’immagine di un Paese che invece ha fatto progressi rispetto alla condanna di Strasburgo per le condizioni dei detenuti”.

C’è una battuta di Draghi che può citare?

“Pur nella dovuta riservatezza sono testimone della sua soddisfazione per l’esistenza in Italia di una struttura come quella del Garante che contribuisce ad assicurare il pieno controllo di legalità nelle carceri”.

I fatti di Santa Maria sono del 6 aprile 2020. Siamo al 2 luglio 2021. Che cosa è successo in quella prigione nel frattempo?

“Santa Maria continua a essere un carcere affollato e problematico, se non altro per gravi carenze strutturali come la mancanza di un collegamento diretto all’acquedotto, ma dove il controllo della magistratura di sorveglianza è continuo e tra i più attenti nel Paese”.

Dopo quella “spedizione punitiva” lei cos’ha fatto?

“Sono stato in stretto contatto con i magistrati di sorveglianza ed eravamo d’accordo sulla necessità di entrare subito nel carcere, raccogliere le testimonianze: ho raccomandato io di sequestrare le videoregistrazioni per trasferirle in procura”.

Temeva che i video potessero sparire?

“Purtroppo può accadere che dopo alcuni giorni vengano sovrascritti. E quindi se non si interviene subito, di fatto scompaiono. Proprio per questo è importante non solo estendere la videosorveglianza a tutti gli ambienti comuni nel carcere, ma anche prevedere una banca dati delle registrazioni per un tempo congruo”.

Il 16 ottobre 2020 alla Camera il governo parla di “doverosa azione di ripristino di legalità e agibilità”. Com’è possibile?

“Ovviamente questo evidenzia che i fatti di Santa Maria erano stati riportati, via via nella catena gerarchica, in modo distorto, sminuendone la portata e negando quello che gli stessi detenuti andavano via via denunciando”.

La ministra Cartabia parla di “Costituzione calpestata”. Ma lei ha partecipato anche a molti incontri con l’ex Guardasigilli Bonafede. Cos’ha sentito? C’è una sua responsabilità? Sapeva, e non ha fatto nulla?

“Ottima la valutazione che la Guardasigilli ha dato sui fatti. Ma devo dire però che anche Bonafede non ha mai mostrato alcun segno di sottovalutazione di episodi così gravi. E certamente se ne fosse venuto a conoscenza in maniera completa e documentata non avrebbe minimamente autorizzato un’informazione di quel genere per qualificare quanto abbiamo visto”.

Scusi, ma quando c’è stata contezza a Roma, tra Dap e ministero, dei gravi fatti avvenuti a Santa Maria?

“Questo non lo so, ma presumo che siano stati via via riportati, di gradino in gradino, quasi a sminuire le responsabilità e rassicurare i superiori”.

Cosa pensa dell’ex direttore delle carceri Basentini che dice “hai fatto benissimo” alla notizia dell’intervento su Santa Maria?

“Voglio augurarmi che non avesse piena consapevolezza di cos’era avvenuto”.

Basentini viene sostituito da Bonafede con l’attuale direttore Petralia il primo maggio 2020 dopo le polemiche sulla circolare del 21 marzo che ha finito per scarcerare i mafiosi e per la gestione delle rivolte. Arriva anche il vice direttore Tartaglia. Confermati entrambi da Cartabia. Lei vede un cambiamento?

“Intanto la circolare non ha scarcerato nessuno ma ha dato una doverosa indicazione di vulnerabilità…”.

Questa è la sua opinione. Ma i pestaggi?

“Certamente oggi le pene vengono scontate con maggiore attenzione alle indicazioni della nostra Costituzione”.

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