di Paolo Colonnello, La Stampa, 9 luglio 2021
Il magistrato: “Questa occasione non può essere sprecata Il patteggiamento doveva arrivare almeno fino alla metà della pena”. Più coraggio. Per Eugenio Albamonte, ex presidente dell’Anm e attuale segretario di Area, corrente di sinistra della magistratura, nonché pm a Roma, questa riforma è vittima dei veti incrociati della politica. “Manca un vero ampliamento dei riti alternativi che era una proposta congiunta di magistrati e avvocatura e che non è stata recepita. Siamo un po’ perplessi”.
Un pannicello caldo per riceve i fondi dall’Europa?
“La riforma ci voleva, la stiamo aspettando da tempo e quindi, dato che è anche collegata ai fondi europei, l’occasione non può essere sprecata. Forse ci voleva un po’più di coraggio su altri passaggi”.
Quali?
“Per esempio va bene il potenziamento dell’udienza preliminare, va male che non ci sia un effettivo potenziamento dei riti alternativi. Si era detto che patteggiamento poteva arrivare fino alla metà della pena invece questa possibilità è scomparsa. C’era bisogno di scelta coraggiosa. Allora sì che avremmo avuto una decurtazione degli arretrati e una riduzione tempi”.
Gli avvocati storcono il naso sulla differenza di trattamento per i reati della Pa: più durezza verso i politici come volevano i 5 stelle. Ma non si crea una disparità di trattamento?
“Qua bisogna intendersi molto chiaramente: la misura dell’improcedibilità di fatto agli occhi delle parti del processo e del cittadino, produce gli stessi effetti della prescrizione, l’altro profilo è che un anno per la Cassazione può pure andare bene, due anni per l’appello non sono sufficienti, quando le 10 corti d’appello più importanti d’Italia, sforano quasi del doppio. Quindi o si mettono deroghe per i reati più gravi oppure creeremo un incentivo a fare più appelli per avere l’effetto dell’improcedibilità. Quindi la misura adottata per i reati più gravi, compreso corruzione è concussione, era una scelta senza alternativa”.
Per i pm come lei la vita si fa più dura: dovrete avere una previsione di ragionevole condanna prima di chiedere il rinvio giudizio e il gup diventa dirimente.
“È così e quella norma è positiva, abituerà il pm a svolgere una selezione ancora più accurata del materiale che manda a giudizio. Questo potenziamento del gup viene accompagnato però a una riduzione dei reati che passano per il gup e questo secondo me è altro passaggio mancato”
I criteri generali indicati dal Parlamento per l’azione penale non mettono a rischio indipendenza e obbligatorietà dell’azione penale?
“Un criterio generale e astratto previsto dal Parlamento può ben essere introdotto a patto che a livello locale siano definiti criteri commisurati alle singole emergenze criminali del territorio. L’Italia è una lunga penisola…”
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